Unici, Diversi, Amici

 

Conoscerci meglio per non avere paura

 

Conoscere gli altri ci aiuta a non avere paura del diverso, a rispettarlo e intendere le differenze come una ricchezza più che un ostacolo.

Siamo partiti da qui per riflettere , conversare,  confrontarci, scrivere e disegnare.

Ne abbiamo parlato anche nel forum.

Abbiamo trasformato i nostri disegni di gruppo in puzzle, gioca con noi!

(clicca sui disegni e scarica il gioco-puzzle sul tuo computer)

 

 

 

 

 

 

 

Vuoi leggere alcuni nostri temi sull'argomento?

 

Appena sono arrivata in questa classe, due maschi e alcune femmine mi hanno accolto male, io mi sentivo offesa e triste. Passato un po’ di tempo, con le compagne che mi hanno accolto male ho fatto amicizia, ma quei due bambini mi trattano ancora male. Io non giocherò mai con loro finché non la smetteranno. Tutti gli altri, femmine e maschi, sono miei amici e sono felice di avere tanti amici italiani. A me piace imparare tante cose e con gli amici si può fare il gioco della felicità, si può fare il girotondo, giocare con le mani, andare sullo scivolo, si può fare il trenino, colorare due bambini che si danno la mano o parlare delle cose belle come la felicità, oppure  inventare il canto della felicità. (DMV)

 

 

Quando sono arrivato a scuola per la prima volta ero molto emozionato  perché volevo imparare la lingua italiana. Qualche volta alcuni compagni mi davano fastidio scherzandomi di continuo e io non ero contento di essere scherzato. Alcuni però mi hanno voluto come amico, questo è bello! Sono timido con loro, però sono molto contento a scuola. All’inizio, quando c’era l’intervallo, non riuscivo a giocare con nessuno, eppure avevo imparato la lingua italiana! A quel tempo non stavo tanto bene a scuola perché alcuni compagni non mi consideravano. Adesso a scuola ci sto tanto bene, finalmente riesco a giocare con qualcuno. Tutti i compagni  mi parlano e mi chiedono dove sono nato e com’è la mia lingua. Io rispondo alle domande che mi fanno perché riesco a comunicare bene con tutti e anche perché la maestra dice sempre di parlare e giocare con tutti. (EL)

 

 

In classe siamo in 25, voglio parlare di come mi trovo con i miei compagni stranieri. Con loro mi trovo bene. La nostra maestra parla molto di loro, per questo mi sono incuriosito e ho chiesto delle cose a L. di cui non sapevo niente. Tutti parlano delle loro usanze, tranne L.  che è un po’ timido. Io penso che non parla volentieri perché alcuni di noi gli fanno i dispetti e vorrei tanto che L. parlasse di più, così potremmo sapere come sono le usanze del suo paese. Penso che prima o poi comunicherà di più e io ne sarò felicissimo. (TA)

 

 

Io mi trovo bene in Italia, già all’asilo avevo tanti compagni con cui giocare e quando ho iniziato la scuola ho fatto amicizia con tutti. Qualcuno faceva fatica a pronunciare il mio nome! Il mio tutor di quinta mi ha aiutato molto. Con i miei compagni e con le mie maestre non mi sento affatto straniero, mi piace tanto parlare e gioco quasi con tutti. Sono contento di essere qua anche se qualche volta mi mancano alcuni della mia famiglia che stanno là in Marocco (AA).

 

 

Io penso che avere dei bambini stranieri a scuola sia molto bello perché da loro possiamo imparare delle cose nuove. Io mi trovo bene con loro e non li scherzo mai, ma neanche loro scherzano me o gli altri. Credo si trovino bene in Italia perché ormai vivono qui da parecchio tempo. Sono arrivati un po’ spaventati ma poi abbiamo fatto amicizia, certe volte però non sono troppo rispettosi. Normalmente giocano con noi, ci parlano e raccontano volentieri le loro esperienze. L. all’inizio non raccontava niente di sé, poi ha iniziato a parlarci un po’ di lui. L. e A. sono arrivati in prima, V. in seconda, siamo tutti grandi amici. E’ una fortuna che loro si trovino bene nella nostra classe, perché vuol dire che gli piacciamo come amici!! (GN)

 

 

 

Sono in classe IIIA, in prima elementare quando ho conosciuto i miei compagni stranieri ho detto fra me e me: - Però, abbiamo parecchi bambini stranieri! -  Comunque  ci siamo trovati subito abbastanza bene. All’inizio ci sono stati un po’ di scherzi tra noi, ma poi ci siamo abituati ai nostri comportamenti vispi e giocosi.  Marocco, Filippine, Benin, ecco da dove provengono i miei tre compagni stranieri. Io credo si trovino bene in Italia. L. per esempio è arrivato nel nostro paese a cinque anni. Lui è un po’ dispettoso, tira i capelli alle femmine, ma non è così forte come V., lei ci tira le orecchie quando scherziamo troppo, soprattutto a me e J., è fortissima! Credo sia andata a un corso di “tira orecchie”. Poveri noi! Non è straniera, ma il suo papà sì. A proposito, in classe nostra ci sono anche due compagni che hanno un solo genitore italiano mentre l’altro viene da un paese estero. Per me avere bambini di altre nazionalità è una vera fortuna. E’ una fortuna perché possiamo imparare tante cose da loro. (SA)

 

 

Nella mia classe ci sono tre bambini stranieri. Il mio rapporto con loro è abbastanza superficiale, con A. un po’ ci parlo, mentre con L. non ho un gran rapporto perché lui mi fa quasi sempre gli scherzi. V. è brava e simpatica. Loro non sempre si trovano bene perché certe volte li prendiamo un po’ in giro e facciamo qualche scherzo, però anche  noi a volte veniamo scherzati. Vorrei che tutti i bambini non italiani si trovassero bene proprio come noi. Se ci conosceremo meglio impareremo tutti a rispettarci di più e a stare meglio insieme. (RM)

 

 

Io non mi sento strana ad avere un genitore straniero, anzi, è una vera fortuna! Il mio papà è nato in Egitto e mi ha detto che ho una famiglia molto numerosa. Non mangia la carne di maiale e il grasso, però ci sono tanti cibi strani che a me non piacciono, tipo il cuscus, che invece lui mangia volentieri. I miei compagni non mi hanno mai chiesto nulla a proposito di mio padre anche se mi piacerebbe che mi facessero qualche domanda. Parlo solo in italiano ma non  mi dispiacerebbe conoscere e imparare la lingua araba, anche se so che è molto complicata. (CV)

 

 

I bambini stranieri della mia classe parlano molto bene l’italiano. Le loro usanze sono molto diverse dalle nostre perché nei loro paesi d’origine hanno molta meno ricchezza e meno da mangiare, non è come da noi che sprechiamo inutilmente il cibo. Io mi trovo molto bene con loro e ci gioco volentieri, però parlano un po’ poco. Tento lo stesso di parlarci ed è molto bello averli in classe perché attraverso loro si conoscono altre culture e questo è un grande vantaggio. Sono pochi ad avere questa fortuna! Secondo me si trovano molto bene con noi. (PJ)

 

 

Novembre 2005