Chi era Mario Greppi?

Basta giocare, qui non scherziamo! Mario fu un giovane partigiano.

Nessun libro gli dedica nemmeno una parolina, ma da quando lo conosciamo,

ogni bambino della Scuola fiero a lui s'inchina.

Viva Mario Greppi, Viva i Partigiani! E' grazie ai loro morti che siamo ancora Italiani. (rd)

A

MARIO GREPPI

CHE ALLA SUBLIME CAUSA

DELLA LIBERTA'

INTREPIDO VOTO' LA GIOVINEZZA CONSAPEVOLE

QUI DOVE A TRADIMENTO FU RECISA

I COMPAGNI DELLE FORMAZIONI MATTEOTTI

IN SUO NOME IMPEGNANDOSI

NEL PRIMO ANNIVERSARIO

CONSACRANO

26 GIUGNO 1920 - 23 AGOSTO 1944

 

La vita di Mario Greppi fu molto intensa dal punto di vista dell’impegno politico, ma alquanto breve: nato a Milano il 26 Giugno 1920 morì a soli ventiquattro anni, il 23 Agosto 1944.

 

Dal padre Antonio, al quale deve in parte la sua fama, ricevette l’insegnamento che lo portò giovanissimo a militare nell’antifascismo e poi nella lotta di liberazione.

Anche Antonio Greppi, infatti, nominato Sindaco di Milano dopo la liberazione ed i drammatici fatti di piazzale Loreto, fu attivo antifascista negli anni della dittatura e nel 1943 prese parte alla guerra di liberazione nelle file della Resistenza milanese.

Padre e figlio parteciparono insieme alle lotte partigiane nelle file della brigata “Matteotti” legate ai socialisti.

Le bande partigiane, dopo una prima fase di aggregazione spontanea, si erano organizzate e costituirono nel loro insieme il Corpo dei volontari della libertà.

 

Nell’Agosto 1944 Mario Greppi scese a Milano per recapitare documenti segreti al Comando Generale della “Matteotti” ma in quest’occasione egli cadde vittima di un’imboscata tesa dai nazifascisti in Piazza Piola.

Il giovane studente aveva appena ricevuto un pacco di giornali clandestini da un compagno, quando venne fermato da due agenti della Guardia Nazionale Repubblicana.

Mentre veniva trattenuto e interrogato, alcuni agenti s’introdussero a casa sua e, imitandone la voce al telefono, diedero appuntamento ad un ignaro suo compagno presso un bar di Piazza Baracca dove condussero il giovane Greppi per obbligarlo, sorvegliandolo a vista, a fare da esca per arrestarlo.

Per cercare di salvare il compagno dall’imboscata, appena si sentì fuori tiro dai suoi guardiani, Mario tentò la fuga: salì su una vettura tranviaria che stava passando proprio di fronte a lui e, avvicinatosi al conducente lo pregò di accelerare dopo avergli spiegato l’accaduto.

Ma gli agenti fascisti si gettarono all’inseguimento e iniziarono a sparare contro il tram spingendo altri brigatisti neri che si trovavano nelle vicinanze a fare altrettanto.

Temendo per l’incolumità dei passeggeri e per le conseguenze che potevano derivare al tranviere, il quale, incurante della sparatoria, aveva accelerato l’andatura, fatti pochi metri Mario decise di scendere dalla vettura e scappare a piedi.

Gli spararono, così, ferendolo mortalmente, proprio davanti alla sua abitazione in Via S. Michele sul Carso. Raccolto esanime con un polmone perforato, Mario sopravvisse un solo giorno. La madre Bianca Mazzoni, accorsa dalla Svizzera appena appresa la notizia, non fece in tempo a vederlo vivo.

 

Mario Greppi è un personaggio piuttosto ignorato dalla maggior parte dei posteri.

Il suo nome non si incontra facilmente fra le pagine dei libri di storia, forse perché messo nell’ombra dalla notorietà del padre e di tanti altri uomini vissuti nello stesso periodo storico, o forse solo perché la sua vita è stata breve, troppo breve.

Rimangono la Scuola e la Via, dedicate a questo coraggioso giovane disposto a pagare con la vita la realizzazione dei propri ideali.